R3B

Romantic Ireland/ Padiglione Irlanda 2024

Commissario: Culture Ireland
Curatori: Sara Greavu, Project Arts Centre
Espositore:  Eimear Walshe
Project Manager: eiletz | ortigas architects
Costruzione: Rebiennale R3B

ROMANTIC IRELAND è un progetto audiovisivo multi-canale ambientato nel contesto di una costruzione in terra cruda incompleta, e che mostra incontri sentimentali e drammatici fra personaggi archetipici
del XIX e del XXI secolo. Queste figure occupano dei ruderi astratti, un sito sottoposto al
contempo a costruzione e a demolizione. La colonna sonora del padiglione è un’opera a cinque
voci che descrive la scena di uno sfratto, composta da Amanda Feery con un libretto dell’artista Eimear Walshe.

Realizzata sullo sfondo della crisi abitativa in corso in Irlanda, l’installazione diventa, un terreno di possibilità, un ring per l’antagonismo generazionale e di classe dell’Irlanda, uno spazio di cura amorevole e una struttura trasformata in un freddo rudere dalla morte sociale dello sfratto.

Il progetto di Eimear che abbiamo avuto l’onore di costruire, esplora i complessi giochi di potere che si creano attorno alla costruzione collettiva degli edifici tramite la tradizione irlandese del “meitheal”: un gruppo di lavoratori, vicini, amici e parenti che si riuniscono per costruire, mietere e cooperare aiutandosi a vicenda.
Rappresenta un dialogo frenetico e agitato con l’antica pratica ad alta intensità di lavoro della
costruzione in terra cruda, una forma di costruzione con una storia di 11.000 anni e declinazioni
locali in tutto in mondo.

Terra cruda e Riuso: una lezione di sostenibilità

Ci piace pensare che se mai i tempi fossero stati maturi per avere, a margine dell’assegnazione di un Leone d’Oro, anche quella di un Leone Verde per la maggiore sostenibilità nella produzione di una mostra internazionale, il Padiglione Irlandese avrebbe avuto gioco facile.

A riguardo, citiamo le parole di Eimear: “The point of earth building is using local materials and knowledge, but obviously it’s not easy to find spare clay in Venice! For Ireland 2024, the team recycled the rammed earth plinths from the 2023 Brazil pavilion, and if you know anyone doing the architecture biennale in 2025, we will have some clay mix to pass on!”
Ed è stato esattamente così, per la produzione degli elementi monolitici presenti nello spazio, è stata riutilizzata integralmente l’installazione del Padiglione Brasile Leone d’Oro della Biennale precedente.
I blocchi in terra battuta realizzati nel 2023 non avevano al loro interno leganti chimici o cemento ma si costituivano di un miscela controllata di argille purissime (provenienti dallo stabilitmento della Fornace San Marco di Noale), inerti e ghiaino di diverse granulometrie, oltre che cocciopesto ed una minima quantità di acqua. Battuti con attrezzi manuali, costipando il materiale all’interno di casseri in legno, ottenemmo dei blocchi granitici di solidità eccezionale che attraversarono perfettamente tutto il periodo della mostra.

Ed è stato grazie a questa scelta ‘naturale che siamo stati poi in grado di rimacinare gli impasti e ripetere il processo di battitura in nuove forme, questa volta per il padiglione irlandese.

Questo ciclo di vita esemplare, non solo mette in rilievo l’efficacia e la preziosità del riuso ma soprattutto restituisce valore al materiale in sé ed il processo costruttivo adottato in fase esecutiva, come parte fondamentale e determinante la maggiore riusabilità.
Il materiale non è neutrale e la terra, e le tecniche costruttive naturali ad essa legate, sono il migliore dei materiali in termini di sostenibilità ambientale, di non nocività per gli esseri umani e di assoluta reversibilità.

P.s. e come dice bene Eimear, sono aperte le candidature per il prossimo riuso!